"Esiste già un modello relativamente chiaro di ciò che funziona bene in termini di circolazione e dimensioni della stanza", sottolinea il designer di Milano.
Il progetto, che unisce lusso e comfort, ha richiesto qualcosa di speciale per distinguersi, in particolare da una serie di nuovi hotel di lusso che aperti quest’anno a Shanghai, come lo Ian Schrager Edition, lo Sukhothai Shanghai e il Bulgari Shanghai.
Per Lissoni, ciò significava gettare un nuovo sguardo sul concetto di lusso in Cina, evitando le banalità, mediante arredi progettati su misura e finiture fatte a mano che esprimono lo stile classico cinese.
Lissoni, che ha fondato il suo studio omonimo nel 1986 ed è stato inserito nell'Interior Design Hall of Fame di New York nel 2005, è noto per il suo stile elegante e per la sua capacità di unire stile classico e moderno.
Recentemente, ad Amsterdam, Lissoni ha trasformato uno storico conservatorio della città nel “Conservatorium Hotel”, sottostando a rigide imposizioni per trovare il modo di arricchirlo di tocchi contemporanei e funzionalità migliorate.
Il sito Jingan di Shanghai, il suo primo progetto in Asia, ha offerto a Lissoni l'opportunità di iniziare da zero: l'hotel di 111 camere si inserisce nel complesso Taikoo Hui di 322.000 metri quadrati di recente costruzione, che comprende un " centro commerciale, due palazzi di uffici di grado A e un secondo boutique hotel (Lo Sukhothai Shanghai).
Il Middle House aprirà a fine aprile e sarà collegato, per mezzo di un centro benessere sotterraneo che dispone di una piscina riscaldata lunga 33 metri, ad una torre separata che include 102 appartamenti serviti dal Middle House, anch'essi progettati da Lissoni.
Il nome si ispira alla sua posizione nel quartiere storico di Dazhongli ("zhong" è "centro" in cinese). La location è insolita, non solo perché è molto estesa, ma anche perché si trova in uno dei quartieri dello shopping più prestigiosi della città.
Forse l'aggiunta più cinese al progetto è la facciata esterna curva del Middle House, che fa riferimento allo stile architettonico locale di Shikumen (che significa porta incorniciata dalla pietra). Lo stile, che fonde l'architettura delle tradizionali case con cortile cineie con quella degli alloggi a schiera occidentali, è stato adottato per la prima volta all'inizio del ‘900, quando l'economia di Shanghai era in piena espansione.
Sebbene molte case shikumen siano state demolite, negli ultimi anni il loro valore progettuale è stato riconosciuto a livello nazionale.
"Cerco di pensare in termini di architettura contemporanea, anche se il mio punto di partenza è l'osservazione dell'elemento tradizionale nella cultura cinese", dice Lissoni.
La facciata in nero antracite di Lissoni presenta una serie di scuranti girevoli in alluminio che offrono ombra e privacy agli ospiti dell'hotel. A fiancheggiare l’ingresso, un paio di colonne rivestite di ceramica verde muschio alte 10 metri. Il lampadario in vetro nella hall è composto da 3.760 pezzi ed è stato realizzato dal maestro veneziano Fabiano Zanchi.
Per gli interni, Lissoni ritorna al fascino europeo semplificato, con ampi spazi dati dai soffitti alti e con dettagli minimalisti, mentre rende omaggio all'artigianato di Shanghai con materiali caldi e naturali, tra cui piastrelle di argilla, pietra, legno e porcellana. Il rivestimento in ceramica con motivi in bambù verde continua come tema negli interni, evocando lo spirito e l'influenza del design cinese.
Lissoni afferma che la fusione di stili cinesi ed europei non è stata difficile poiché le due culture condividono già un apprezzamento per l'arte, l'artigianato e il patrimonio. "Cina e Italia sono state strettamente collegate da Marco Polo e le nostre due culture non sono così distanti come potrebbero sembrare", dice.