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Viaggio nell’Animazione Cinese, I

Di Laura Pubblicato Febbraio 12, 2019
Nell’ultimo periodo è stata data una nuova attenzione al mercato dell’animazione in Cina. Come riporta Whatsonweibo, dopo il mancato successo del film Il Re del Calcio (足球王者), uscito nel 2018, c’è grande fermento per Il Serpente Bianco (白蛇:缘起), una produzione Light Chaser Animation ( 追光动画) e Warner Bros di cui abbiamo già parlato qui.
 
 
Nell’attesa (e con la speranza) che il film esca anche in Italia, noi di Radio Italia Cina abbiamo pensato di ripercorrere la storia dell’animazione made in China.
 

Non è possibile parlare della storia dell’animazione Cinese senza presentare i Fratelli Wan (萬氏兄弟). Nel 1920 Shanghai era sulla strada per diventare una tra le città più cosmopolite al mondo: la sua dolorosa condizione di in stato di semi-colonialismo l’aveva resa un porto aperto per ogni genere di merce, rendendola un avamposto dell’innovazione e della tecnica.
Marchi come Kodak, Colgate e Coca Cola erano già entrati nel mercato Cinese passando per la porta principale, mentre un giovane Carl Crow iniziava a solidificare la sua attività imprenditoriale e a gettare le basi per uno dei suoi più celebri libri, “400 Milioni di Clienti”.

Nelle dance-halls più vicine al porto si poteva ballare il foxtrot e la carta stampata stava conoscendo il suo massimo picco, col suo corredo di pagine e pagine di pubblicità accattivanti.

È in questo clima vibrante e vivace che i Fratelli Wan -Laiming, Chaochen, Dihuan e Guchang- lasciarono Nanjing col fine di sperimentare la tecnologia arrivata dagli Stati Uniti usata per realizzare le diverse animazioni estere che si potevano ammirare nei teatri di Shanghai. Oltre alle tradizionali conoscenze ereditate dai mastri burattinai impegnati nell’arte del Teatro delle Ombre, i Fratelli potevano contare sulle nuove tecnologie arrivate dall’Ovest.
Una delle più affascinanti è lo zootropio. Molte fonti riferiscono che lo zootropio venne probabilmente inventato attorno al 200 d. C. da Ding Huang, ingegnere e inventore vissuto durante la dinastia Han.

Sebbene sia improbabile che la nascita dello zootropio classico porti una data così lontana dalla sua comparsa ufficiale, è possibile che in Cina vi fossero già state diverse sperimentazioni con luce e movimento, come testimoniato dalle Lampade con Cavallo al Trotto (走馬燈), un tipo di lampada che sfruttava l’ascesa dell’aria calda per far muovere un pannello di leggerissima carta di riso e creare l’illusione del movimento.

Oltre allo zootropio, i Fratelli sperimentarono anche con le animazioni Flip Book, disegnando un gatto e un topo su un libro spesso e piegando gli angoli di modo da dare l’illusione di movimento quando si sfogliavano velocemente le pagine.
Nel 1922, lavorando per la Shanghai Commercial Press, i Fratelli proposero il loro primo cartone animato come pubblicità della Shuzhendong Macchine da scrivere (舒振东华文打字) e nel 1924 vennero invitati allo studio Great Wall Film Company (長城畫片公司), dove realizzarono Tumulto Nello Studio (大闹画室). In questo corto a tecnica mista veniva raffigurato l’artista, in questo caso proprio uno dei fratelli Wan, che mentre è intanto a disegnare viene interrotto da una delle figure che ha appena creato sulla pagina. Il filmato, ad oggi andato perso, dovrebbe idealmente rappresentare una spiegazione adeguata alle prime percezioni dei Cinesi sull’animazione: al classico film in fotogrammi, già di per sé un’innovazione, va aggiunto lo stupore suscitato dal disegno animato che ha il potere di portare un gioioso tumulto  Nonostante le loro prime produzioni siano difficili da trovare in rete, Baidu riporta che è proprio ai Fratelli Wan che dobbiamo la prima animazione sonora completamente cinese nel 1935: sceneggiatura, regia, produzione, fotografia e registrazione de La Danza del Cammello (骆驼献舞), un breve corto ispirato da una favola di Esopo, vennero interamente realizzati a Shanghai.

La maggior influenza al loro stile è data dallo studio di animazione Americano Fleischer (produttore di Betty Boop 勃比小姐e Braccio di Ferro大力水手) ma il vero scopo dei Fratelli Wan era di dare origine ad un vero e proprio stile d’animazione Cinese. Dopo l’occupazione di Shanghai da parte dei Giapponesi, lo studio in cui Guchan, Laimin e Chaochen erano stati assunti venne rilocato nella provincia di Wuhan. Da qui, i tre fratelli si dedicarono alla produzione di animazioni patriottiche. Nonostante le difficili condizioni in cui versava la Cina, Guchan e Laiming fecero ritorno della Shanghai occupata per lavorare alla realizzazione di quello che ad oggi è uno dei loro film più famosi. Ispirati dalla visione di Biancaneve, prodotto da Walt Disney e uscito in Cina nel 1939, ma fedeli all’aspirazione di creare uno stile d’animazione Cinese, i fratelli si impegnarono nella trasposizione di un famoso episodio della letteratura cinese, realizzando il film La Principessa dal Ventaglio d’Acciaio (铁扇公主). Il film, che vide il buio delle sale il primo gennaio del 1941, durava ben 76 minuti. La lunghezza del programma e la trama coesa fanno entrare questa produzione del gruppo dei lungometraggi, rendendolo il primo lungometraggio animato prodotto in Cina e il dodicesimo al mondo.

La trama si rifà ad uno degli episodi del celebre Viaggio ad Occidente (西游记) e racconta del duello tra la bella ma malvagia Principessa e lo scimmiotto Sun Wukong.
La seconda opera degna di nota che dobbiamo ai fratelli Wan è Perché il Corvo è Nero (乌鸦为什么是黑的) del 1956. Non solo si tratta della prima produzione animata a colori della Cina, ma questo cortometraggio di circa 11 minuti riuscì ad ottenere l’attenzione e il riconoscimento internazionali con la sua partecipazione al Festival di Venezia del 1956. La storia, prodotta dallo Shanghai Animation Film Studio, ha un chiaro intento educativo: ci viene presentato il Corvo, un bellissimo uccello dalle piume bianche e celesti e dal dolcissimo canto. Nonostante la sua apparenza, il Corvo è arrogante e altezzoso verso i suoi simili. All’arrivo dell’inverno, trovandosi senza provviste e senza una tana, il Corvo si avventura alla ricerca di un posticino caldo. Trovato un fuocherello, non contento della sua fortuna inizia a cantare e ballare, non accorgendosi che sta avvicinando pericolosamente le sue belle piume alle fiamme…

In questa semplice storia, che sembra quasi l’unione del mito di Icaro e della fiaba La Cicala e la Formica, la morale che ci viene presentata è semplice e diretta. Oltre quest’ovvia considerazione si potrebbe anche dire che il corto mostra la vera visione alla base delle opere dei fratelli Wan, ossia l’aspirazione a realizzare animazioni che potessero essere sia piacevoli da guardare che educative, discostandosi interamente dal genere degli esordi così legato alla suola Americana.

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Letto 6326 volte Ultima modifica il Mercoledì, 13 Febbraio 2019 11:37

Laura

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