Il loro viaggio ad aprile scorso tra Shanghai, Ningbo e Pechino è durato nove giorni e ha avuto un’origine molto particolare: i tre ragazzi si sono uniti a due altri amici, Mirko e Andrea Solini, anch’essi musicisti, ma anche commercianti di mobili, che si dovevano recare in Cina per lavoro. Nasce così un’avventura alla scoperta delle amenità turistiche, dei locali notturni e dei mercati più colorati di queste tre città, con un occhio di riguardo al contesto musicale.
Francesco Diddi, musicista e fondatore della band “Frank DD and friends”, ha colto al volo l’occasione per scoprire e “importare” alcuni degli strumenti musicali che fanno parte della tradizione cinese, tra i quali una pipa, un ehru e un’ocarina. –abbiamo dovuto rigorosamente trattare il prezzo, che è un aspetto appartenente alla loro cultura -.
Tra le cose che sono rimaste impresse a tutti e tre ci sono le mastodontiche infrastrutture e i grattacieli di nuovissima costruzione che spesso vanno in contrasto con edifici caratteristici ed antichi, come i templi, che ogni tanto fanno capolino in mezzo al cemento. Emblema di tutto ciò è stata la prima tappa, piuttosto fugace, a Shanghai, città che non dorme mai, dove centinaia di migliaia di luci a led brillano ad intermittenza per tutto il giorno.
Massimiliano Balli, batterista, si dice stupito riguardo l’atmosfera dei locali musicali cinesi: -in Italia ed in Europa siamoabituati ad un tipo di musica e ad un’atmosfera più calorosa e travolgente, da questo punto di vista si può percepire il divario culturale, sebbene l’ambiente orientale sia anch’esso molto affascinante -.
-Pechino è sicuramente la città più animata dal punto di vista dell’intrattenimento, con decine e decine di locali differenti l’uno dall’altro – dice Filippo Poggi, bassista.
Un altro aspetto che ha colpito i tre ragazzi è la dipendenza da smartphone dei cittadini delle metropoli cinesi, che a volte ne usano anche tre alla volta. – Dal punto di vista sociale non è bellissimo vedere ragazzi che in metropolitana non socializzano per niente, rimanendo tutto il viaggio a fissare gli schermi dei loro telefoni – afferma Massimiliano. – Un aspetto positivo dell’uso sfrenato dei cellulari è nell’uso di WeChat anche per i pagamenti automatici, nei ristoranti, nei locali, ovunque – risponde Francesco.
Il cibo ha favorevolmente impressionato i tre musicisti, che sono riusciti “a cavarsela”, assaggiando pietanze locali spendendo poco. –Francesco, che è il più ardito del gruppo, era partito con l’idea di assaggiare perfino gli insetti, - racconta Filippo - ma ha dovuto fare marcia indietro quando gli sono stati mostrati gli scorpioni vivi che poi avrebbero dovuto servirgli-.
Potete riascoltare l’intervista integrale andata in onda su Radio Italia Cina:
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