Shein: il fast fashion cinese che piace agli adolescenti degli Stati Uniti
Shein è un rivenditore di fast fashion fondato a Nanchino, nella Cina Orientale, nel 2008 che si propone di viziare il pubblico con un'ampia offerta di abiti di tendenza a prezzi stracciati.
Secondo i dirigenti della società quello che indossiamo riflette la nostra personalità e tutti dobbiamo avere la possibilità di combinare gli abiti secondo i nostri gusti: per questa ragione, il sito pubblica quotidianamente 500 nuovi abiti, e offre suggerimenti di moda sul proprio account Instagram, condividendo le foto di influencer con indosso gli abiti della marca.
Pur non gestendo negozi fisici, quanto piuttosto spazi pop-up in diverse città, il rivenditore spedisce in tutto il mondo, con particolare attenzione per il mercato di Stati Uniti, Europa, Australia e Medio Oriente.
Le sue scelte di marketing sembrano essere premiate: nell'ultimo sondaggio condotto tra gli adolescenti statunitensi Shein è risultato la piattaforma più conosciuta subito dopo Amazon, che resta imbattibile, superando importanti attori come Nike, PacSun e Urban Outfitters.
Inoltre, il campione ha dichiarato di preferire gli abiti del marchio a quelli di PacSun e Lululemon.
Il successo di Shein è confermato dal grande seguito sui social, Instagram in particolare, dove ha quasi 14 milioni di follower; tuttavia ciò non lo ha salvato da scelte che si sono rivelate sbagliate e controverse.
Lo scorso luglio ha messo in vendita un ciondolo con una svastica, suscitando le reazioni indignate per i richiami con il nazismo. Pur spiegando che il simbolo appartiene alla cultura buddhista, dove rappresenta spiritualità e buona fortuna, e che il design era diverso da quello adottato da Hitler, il sito ha rimosso l'oggetto, scusandosi per non essere stati attento al significato che quel simbolo ha nel mondo.
Questo incidente era stato preceduto pochi giorni prima da un altro. Shein aveva messo in vendita tappetini da preghiera islamici proponendoli come tappeti decorativi: dopo la segnalazione su Twitter della influencer di moda ed attivista Nabela Noor, il prodotto è stato rimosso e la piattaforma si è scusata per quella che il rivenditore ha definito una "svista altamente offensiva".