La passione per la bellezza non ha età. Lo sanno gli scienziati cinesi che hanno scoperto cosmetici in un barattolo di bronzo di 2.700 anni fa.
Il barattolo è stato scoperto nel 2017 all'interno di una tomba rinvenuta nel sito archeologico di Liujiawa nella contea di Chengcheng nella provincia nord-occidentale dello Shaanxi.
Il sepolcro apparteneva ad un nobile vissuto nel periodo delle primavere e degli autunni (771-476 a. C.) e gli scienziati hanno passato anni ad analizzare le sostanze chimiche al suo interno per concludere che si tratta della più antica crema per il viso scoperta in Cina.
Secondo il team di ricerca la crema aveva un effetto sbiancante per il viso e doveva essere importante per l'uomo se è il barattolo stato conservato nella tomba.
Non è possibile conoscere le occasioni in cui veniva usata; tuttavia la scoperta fornisce un'idea più precisa delle abitudini della nobiltà del periodo e dei modelli culturali dell'epoca, dal momento che le classi più elevate dettavano le tendenze della società.
Gli archeologi hanno completato la replica di un antico altare in bronzo rinvenuto a Sanxingdui, un importante sito nella provincia del Sichuan, nella Cina sudoccidentale.
L'altare di bronzo risale a 3000 anni fa ed era gravemente danneggiato: era infatti stato intenzionalmente spezzato in più di 100 pezzi e successivamente bruciato. Gli archeologi hanno impiegato due anni a ricostruire la forma originaria del pezzo, un lavoro lungo e paziente che è finalmente finito.
L'oggetto è composto da una base rotonda a forma di animale, un corpo formato da uomini in piedi con un bastone storto in mano ed infine la sommità a forma di montagna scolpita.
La tripartizione dovrebbe riflettere la credenza dell'antico popolo Shu sulla composizione dell'universo con la bestia a rappresentare la terra, l'uomo al centro il mondo in cui viviamo e l'uccello il paradiso, e secondo gli archeologi era usato come strumento nei sacrifici rituali.
Gli archeologi dell'Istituto provinciale dello Shaanxi hanno rinvenuto più di 3500 tombe ed oltre 4.600 reliquie durante i lavori per l'ampliamento dell'aeroporto internazionale di Xianyang a Xi'an.
La scoperta di antiche tombe nella regione non è una sorpresa. Secondo le statistiche sono 179 i progetti archeologici realizzati nel 2020 nella provincia dello Shaanxi, e negli anni scorsi altri reperti sono emersi in seguito a scavi effettuati per modernizzare la città di Xi'an. Nel 2011 durante i lavori per la costruzione della linea 2 della metropolitana della città erano state scoperte sei antiche tombe e più di 40 cimeli culturali.
La città di Xi'an vanta una lunga storia ed è stata la capitale di 13 antiche dinastie cinesi. Per questo gli interventi sul tessuto urbano sono accompagnati da continui sforzi per preservare l'eredità storica locale.
Sono stati presentati alla stampa i risultati di uno scavo archeologico effettuato nel sud-ovest di Pechino che ha rinvenuto tracce risalenti alla dinastia Jin (1115-1234).
Gli archeologi hanno portato alla luce una sezione di 60 metri di rovine delle mura della città, comprendente un fossato largo 66 metri, strutture di difesa del muro e alcuni mattoni e frammenti di porcellana. Sotto il muro sono state trovate anche alcune tombe delle dinastie Tang e Liao.
La scoperta ha chiarito la relazione tra le mura delle città, il fossato e le strade all'interno della città. Pechino fu stabilita come capitale del regno Jin nel 1153 e lo rimase per 62 anni. Le mura furono abbandonate alla fine della dinastia Yuan o all'inizio della dinastia Ming nel XIV secolo.
Le autorità hanno intenzione di valorizzare la scoperta realizzando un parco archeologico, i cui lavori dovrebbero iniziare nel 2022.